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Dopo anni di leggende e tecniche rudimentali abbiamo finalmente la risposta alle nostre domande. Ebbene sì, adesso potremo capire la lunghezza di tutti i peni in circolazione semplicemente osservando la mano. Sfatate la legge della L, che considera il rapporto in base all’altezza, le domande come “che numero porti di scarpe?”, e tutti gli altri controlli anatomici di orecchie, nasi, polsi e colli. 

Un recente studio pubblicato sull’Asian Journal of Andrology dal dottor Karan Rajan conferma che “un indice più corto rispetto all’anulare è correlato a un ‘aggeggio’ più grande”.  Lo studio dimostra che c’è un fondo di verità tra la correlazione mani-pene: “questo sistema è noto come il rapporto tra la seconda e la quarta cifra, calcolato dividendo la lunghezza del dito indice per la lunghezza dell’anulare. Più piccolo è il dito indice, più basso è il rapporto 2D 4D. Un rapporto più piccolo indica un’alta esposizione al testosterone nell’utero” 

 

Ti sei appena guardato la mano, lo sappiamo. Sei deluso? Contento? Aspetta prima di distruggerti l’autostima e camminare in giro consumando le tasche. Il dottor Rajan ‘mette le mani avanti’ e rassicura: “Questo è uno studio interessante ma non è una regola sempre valida”. Infatti, “ci sono alcuni fattori che possono modificarne le dimensioni temporaneamente, come nuotare o sentire freddo”. Quindi la prima lezione è non nuotare in inverno; la seconda, spazio alle eccezioni.