La domanda accompagna la nostra specie quanto meno dall'invenzione del gabinetto: perché alcune volte la cacca galleggia, ed altre precipita sul fondo del water? Un quesito che di scatologico ha solo l'argomento, e che finalmente sembra avere una risposta definitiva, grazie ad uno studio della Mayo Clinic di Rochester, il più grande centro di ricerca ospedaliero del mondo, pubblicato sulle pagine di Scientific Reports.
Anche se il tema può strappare qualche sorriso, è bene ricordare che nella scienza le domande inutili, così come le risposte banali, sono davvero una rarità. Non a caso, fino agli anni '70 si pensava che a determinare il galleggiamento (o meno) delle feci fosse il loro contenuto di grassi, e che gli escrementi galleggianti potessero quindi essere un sintomo di steatorrea, a sua volta una possibile spia di problemi di salute, anche gravi, come cirrosi epatica, pancreatite, tumori. I risultati di una serie di esperimenti seminali hanno spostato però il consenso scientifico, puntando al contenuto di gas delle feci come causa del loro galleggiamento.
Restava però da capire cosa determina il quantitativo di gas presente all'interno delle deiezioni: perché – lo dicevamo – a volte la cacca galleggia, e altre no. Come spesso capita, la risposta è arrivata per caso, o meglio in un classico esempio di quella che gli anglosassoni definiscono “serendipity” (trovare qualcosa mentre si cercava tutt'altro). I ricercatori della Mayo Clinic erano infatti impegnati in un esperimento che voleva indagare gli effetti del microbiota (la cosiddetta flora intestinale) sulla digestione e sulla salute. Per farlo avevano sterilizzato l'apparato digerente di alcuni topi da laboratorio, accorgendosi ben presto di un particolare anomalo: nessuno dei topi privi di microbiota produceva feci galleggianti, mentre di norma gli escrementi di topo rimangono a galla circa il 50% delle volte.
Senza batteri a produrre gas durante la digestione dei cibi, quindi, la cacca è troppo densa, e va inevitabilmente a fondo. Per confermarlo, i ricercatori hanno prelevato campioni di microbiota dall'intestino di topi che producevano normalmente feci galleggianti, e li hanno introdotti nell'intestino di quelli precedentemente sterilizzati. Dimostrando che in questo modo gli animali ricominciavano a produrre, come di consueto, escrementi capaci di galleggiare nell'acqua.
La ricerca non ha potuto stabilire esattamente quali batteri, tra i moltissimi presenti nel microbiota intestinale, siano maggiormente responsabili per la produzione di feci a bassa densità. Ma avendo identificato quantità elevata i batteri della specie Bacteroides ovatus nel microbiota dei topi, un batterio collegato alla flatulenza anche nell'uomo, ritengono che si tratti di un buon indiziato. Serviranno comunque altre ricerche per confermare i loro sospetti, e per individuare altre specie batteriche coinvolte nella produzione di gas intestinale, e quindi di feci galleggianti. Informazioni che in futuro potrebbero rivelarsi utili in campi disparati come la dietologia, la cura delle coliti e di altre malattie infiammatorie dell'intestino, il trapianto fecale. Con possibili applicazioni sulla Terra – si legge nello studio – così come nello Spazio aperto.