Farlo con tredici ragazzi in pochi mesi per una ‘buona causa’ è senza dubbio un progetto rivoluzionario. Tuttavia, è anche l’idea geniale che è balenata nella mente di Karen Owen, una studentessa americana di 19 anni della “Duke University”, in Nord Carolina, la quale ha deciso di scrivere una tesi di laurea di ben 42 pagine, stilando una vera e propria classifica dei partner con cui è stata a letto , con tanto di dettagliata valutazione delle arti amatorie basata su numerosi criteri.
Lo studio è stato realizzato con rigore scientifico e per scopi prettamente accademici, con l’obiettivo di analizzare le prestazioni di 13 atleti di diversi team universitari per validare o meno la tesi secondo cui gli sportivi sono i più bravi tra le lenzuola. I paramenti di valutazione erano sei: il sex appeal, le misure del pene (definito in gergo “hardware”), la bravura a letto, la virilità, la simpatia e la capacità di intrattenimento, l’atleticità. Inoltre, ci sono anche due bonus che possono far innalzare o crollare la valutazione: un accento particolare (come quello australiano) è un pregio, mentre l’utilizzo di linguaggio volgare o l’accento canadese è un difetto.
La ragazza ha inoltre creato una presentazione in PowerPoint per mostrare i risultati della sua ricerca, nella quale vengono menzionate informazioni sui soggetti, schemi e diagrammi delle prestazioni. Nel documento, i diversi partner sono chiamati semplicemente ‘volontari’, l’atto sessuale è soprannominato una ‘raccolta dati’ e i giudizi minuziosi e senza malizia. E, come in ogni tesi di laurea che si rispetti, alla fine ci sono anche i ringraziamenti: “Voglio ringraziare tutti i miei volontari, senza la cui attiva partecipazione, cooperazione e elementi di studio, non sarei stata in grado di realizzare questo progetto”. L’ignara studentessa aveva inviato il file a luci rosse via e-mail ad alcuni amici, non pensando che avrebbe potuto fare presto il giro del campus universitario e poi della Rete, rendendola famosa in tutto il mondo.
Uno scandalo globalmente diffuso che ha inizialmente divertito la ragazza, ma che ha fatto arrabbiare le sue “cavie”. È stata così costretta a elargire pubbliche scuse: “Mi dispiace. Con il cuore in mano chiedo scusa. Non ho mai avuto l’intenzione di ferire le persone citate nel mio lavoro”. Un’esperienza che probabilmente le servirà da lezione, ma che suo malgrado non potrà inserire, nonostante la fierezza, nel suo curriculum!